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Spesso ci si domanda se la disciplina del karate sia adatta ai bambini. Questo accade perché molte volte si associa al karate la definizione di sport violento e aggressivo.
Al contrario, il karate, è consigliato sia ai bambini più irrequieti, che durante la lezione vengono guidati a moderare la loro energia e a concentrarsi per pensare al gesto successivo, che ai bambini più tranquilli e timorosi, perché attraverso il loro svolgimento, riescono a scaricare gli eventuali piccoli stress della vita di ogni giorno e a vincere la paura e la timidezza che li caratterizza.
E’ da sfatare, inoltre, la credenza che le arti marziali siano adatte solo ai maschi, perché in realtà le bambine acquisiscono una maggiore sicurezza di sé e grazie alla loro facilità di concentrazione e di misura del movimento, maggiore rispetto ai maschi, hanno un’attitudine favorevole verso questo sport.
Sicurezza, rispetto e riflessi: è questo quello che il karate insegna ai bambini che non vengono mai limitati nello sfogo della loro naturale vivacità perché le loro energie, e quindi anche le loro aggressività, vengono canalizzate e fatte sfociare verso un lavoro positivo.
Le arti marziali fanno parte di quelle discipline sportive che, operando attraverso il corpo, offrono effetti positivi anche sulla mente. Sono, infatti, indicate come discipline particolarmente formative sul piano psicologico: un’arte antica che rafforza, appunto, il corpo e la mente.
Un bambino ha necessità di imparare a conoscersi, di percepire le varie parti del suo corpo, di individuare le stesse componenti corporee nei suoi simili. Attraverso il movimento nelle varie direzioni può cominciare a percepire gli elementi dello spazio che lo circonda, ad apprendere in modo semplice le varie forme geometriche, a strutturare il reale fino ad imparare ad orientarsi. Riconoscere con prontezza e facilita la destra e la sinistra, prima su se stessi e poi sugli altri, vale a dire sviluppare la propria lateralità, può sembrare banale all’occhio di un adulto, mentre costituisce un’acquisizione davvero importante nel bambino.
L’esecuzione dei più semplici kata, gli esercizi codificati di forma del Karate, che si sviluppano specularmente nelle varie direzioni impegnando in modo simmetrico tutto il corpo, costituiscono per il karateka di giovane età un divertente mezzo di conoscenza oltre che un corretto ed equilibrato esercizio fisico.
La consapevolezza delle proprie risorse, I’accettazione dei propri limiti, il desiderio di migliorarli accettando l’insegnamento di chi ha maggiore esperienza, la capacita di mettersi in gioco nell’affrontare le difficoltà, rappresentano obiettivi da raggiungere.
La disciplina sportiva, in questo caso il Karate, diventa la metafora del vivere; la palestra dove si consuma, solo in modo figurato, il rito del combattimento, diventa il luogo dove si apprende che affrontare il prossimo significa prima di tutto rispettarlo, comprenderlo, accettarlo.
Un bambino impara solamente a controllarsi e ad esprimersi, ad affrontare piccole difficoltà, a conoscere se stesso per poter poi conoscere gli altri, a vincere la timidezza o a frenare la propria esuberanza.
Il karate aiuta il bambino a sviluppare i due sistemi che integrano le capacità di un individuo:
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I sistemi esterni
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I sistemi interni
I primi sono quelli caratterizzati dalle capacità a livello coordinativo, condizionale e tecnico,e sono quindi preposti alla creazione di un bagaglio tecnico per il movimento.
I Sistemi interni, interagiscono invece a livello più interiore e riflessivo.
I bambini dovranno quindi primariamente familiarizzare con le tecniche di base dei sistemi esterni, effettuando un graduale passaggio alla conoscenza di quelli interni: passaggio agevolato dei principi di insegnamento basato sulla conoscenza, il controllo e la padronanza del proprio corpo.
Rapportando questi principi al caso specifico dell’insegnamento del karate, si dovranno prevedere alcuni elementi basilari che possiamo cosi riassumere:
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Un atmosfera piacevole.
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La presenza di regole di comportamento basate sul rispetto reciproco e sulla salvaguardia della salute.
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Un insegnante dal profilo equilibrato e con padronanza dei principi pedagogici.
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Osservanza delle regole di prevenzione.
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Ricerca dello sviluppo delle capacità coordinative.
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Insegnamento globale basato sul gioco e sull’agonismo (spontaneo nei bambini), dove lo sport sia visto come divertimento.
Esiste una stretta correlazione fra lo sviluppo delle aree della personalita’ (motoria affettiva sociale e cognitiva) e la conoscenza e percezione del corpo attraverso la pratica del Karate (anche se questi principi risultano validi per le discipline sportive in generale): ed a questo proposito si devono considerare 3 variabili che,in stretta relazione fra loro, permettono di definire uno sport come”educativo”e compongono un triangolo pedagogico: il bambino, l’ insegnante e l’educazione motoria.
I VANTAGGI
Tra i vantaggi che derivano dalla pratica delle arti marziali, un posto di rilievo assumono:
Il miglioramento delle capacità d’autocontrollo:
aiutano a valutare la situazione ed a reagire opportunamente, sia durante l’allenamento che nella vita di tutti i giorni. Inoltre nelle arti marziali il contatto con l’altro (avversario) determina una richiesta di attenzione tale che costringe il discente ad inventare i mezzi per adattarsi mentalmente alla situazione che si crea in ogni incontro. Ciò provoca un comportamento riflesso anche nella vita di relazione al di fuori della semplice competizione in palestra, generando rapide modificazioni tendenti ad un adattamento della persona a nuove situazioni.
Il miglioramento dell’attenzione:
Nello studio del Karate i bambini imparano a focalizzare l’attenzione, sono stimolati nella pratica con istruzioni verbali, visive e cinestetiche. Queste abilità vengono interiorizzate e diventano vantaggi utilizzabili nella vita di tutti i giorni: dallo studio alle relazioni sociali.
Il miglioramento della fiducia in se stessi:
Per alcuni bambini l’autostima e la fiducia in se stessi non sono qualità così scontate. Attraverso la pratica del Karate il bambino apprende come superare ogni volta, con la dovuta gradualità, quelli che considerava limiti invalicabili, con ciò accrescendo la sensazione di fiducia nei propri mezzi.
Il miglioramento della coordinazione motoria:
Il Karate è una disciplina “sfidante” per tutto il corpo. Il bambino è stimolato nello sviluppo delle capacità coordinative di base, quali apprendimento, organizzazione e controllo motorio e capacità coordinative speciali come l’equilibrio, la flessibilità, l’agilità e delle capacità condizionali: forza, velocità, resistenza.
Il divertimento:
L’insegnamento della pratica del karate nel bambino avviene attraverso il gioco. Solamente attraverso il gioco l’individuo, specialmente in età preadolescenziale, può liberamente esternare la propria esuberanza vitale anche se bisogna sempre tenere presente che il gioco è un insieme di regole. Compito dell’insegnante è quello di non permettere che la forma ludica venga mortificata da regole troppo rigide e non dovrà avere un carattere di estrema specificità e monotonia, ma destare interesse e curiosità nell’apprendimento.
Con il gioco si realizzano anche quelle condizioni neuro-psico-motorie che, grazie alla possibilità di realizzare molteplici esperienze, permettono diverse modalità esecutive del movimento nella coordinazione, precisione, funzionalità ed efficienza.
I prerequisiti funzionali più importanti sono:
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Strutturazione dello schema corporeo.
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Acquisizione e controllo degli equilibri (statici, statico-dinamici, dinamici);
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Stabilizzazione e controllo della lateralità;
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Coordinazione senso-motoria;
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Organizzazione spazio-temporale;
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Controllo posturale e coordinamento dinamico generale;
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Adeguatezza degli schemi posturali motori.
Va inoltre sottolineato come dalla prima infanzia fino alla maturità, ed oltre, ogni attività motorio-sportiva ha sempre nella motivazione ludica una componente fondamentale. Ampio spazio andrà sempre riservato al migliorarnento di tutte le capacità motorie, soprattutto con esercitazioni di gruppo, giochi di squadra, a coppie, piccoli elementi di acrobatica, uso di attrezzi ginnici, ecc.